A quelli che vorrebbero farti votare di' loro che voterai ma solo per chi parla di rimozione del monopolio dell'emissione monetaria! Ne parlò una volta Bossi nel libro "Tutta la verità" (che magari non scrisse neanche lui), dopo di che tutti muti... Sintomo questo che mostra come inconsciamente (o nel profondo) tutti sono promotori del gattopardismo per il quale “Tutto cambia affinché nulla cambi”! Sveglia, bestie democratiche! La democrazia è finita...
Da "Il fallimento della democrazia"
(art. di Nereo Villa, Libertà del 16/03/2009):
"L'opinione che la democrazia sia fonte di civiltà e della pace sociale poggia su pregiudizi cattocomunisti, avversi [...] all'abolizione dei monopoli della difesa, della giurisdizione e della emissione monetaria [...]. È la tesi [...] di Hans-Hermann Hoppe, economista e filosofo tedesco, [in] "Democrazia: un dio che ha fallito", che nel 2006 proponeva [...] un rinnovamento, consistente nell'apertura individuale verso la riconsiderazione della giusnaturalistica autonomia dell'economia rispetto allo Stato. Questo principio [...] è filosoficamente conforme, tra l'altro, all'idea della triarticolazione dei poteri sociali, auspicata dal filosofo pedagogista austriaco Rudolf Steiner agli inizi del secolo scorso.
[...] Infatti la democrazia può essere giustificata solo nel diritto. Non nell'economia. Non nella cultura.
Non nell'economia: perché se io per esempio imprendo un'attività per creare un’opera, rischiando di tasca mia, lo Stato (se è un vero Stato di diritto) non deve impedirmelo, ma casomai garantirmene la facoltà. Non nella cultura: perché, altro esempio, una cooperativa che si occupa di servizi per l’infanzia dovrebbe essere pagata dai genitori dei bambini, che usufruiscono dei servizi, non dal Comune. L’educazione infatti attiene alla cultura, che non dovrebbe essere statale ma garantita dallo Stato non come scuola dell'obbligo, ma come assolutamente libera nei programmi e nella scelta degli educatori da parte di un comitato di genitori.
In un sistema sociale concepito a misura d’uomo, il Comune dovrebbe, svolgere compiti di tutela del diritto. Ciò che attiene all’economia (per es., un ipotetico ascensore fra basso paese ed alto paese, i trasporti, il turismo, la moneta, ecc.) dovrebbe competere ai produttori effettivi di beni. Le tasse, in un simile nuovo sistema sociale, non sarebbero più ricavate dal furto che attualmente lo Stato perpetra sulla sacrosanta proprietà privata, o sul sudato reddito da lavoro, ma direttamente dalla fonte della emissione monetaria.
Solo così non sarebbero un furto. Perché solo così ne sarebbe garantita l'esazione di tutto l'organismo sociale per tutto l'organismo sociale. E perché il prelievo fiscale, monetario e non più reddituale (attuale), consentirebbe un welfare reale ed efficiente, nonché la corresponsione ad ogni cittadino del cosiddetto “reddito di base incondizionato” (basic incom) dalla nascita alla morte, che renderebbe gli individui liberi di scegliere il lavoro per cui si sentono portati (cioè per vocazione e non per fame).
[...] È pertanto solo l'opinione pubblica a dover cambiare, se si vuole impedire che il processo di decivilizzazione in corso (crisi mondiale) renda ancora più immondo il mondo. E proprio come la monarchia era un tempo accettata come legittima mentre oggi è considerata una soluzione inaccettabile per l'attuale crisi sociale, oggi è ora che l'idea della regola democratica - in quanto alibi di uno Stato che accentrando anacronisticamente in sé economia e cultura si dimostra sempre più incapace di tutto, in quanto non solo queste due sfere che esulano dal diritto, ma anche quella del diritto stesso, fattispecie precipua dello Stato (di diritto, appunto) sono "democraticamente" distrutte - sia allo stesso modo vista moralmente, culturalmente, ed economicamente, illegittima e di conseguenza politicamente inaccettabile.
Tale delegittimazione è infatti per Hoppe "precondizione necessaria ad evitare la catastrofe sociale definitiva".
Infatti solo l'opinione pubblica può accorgersi che il continuare sulla strada "democratica" delle parole e dei disegni di legge che nessuno conosce e di cui il regime dell’informazione non parla (vedi per esempio il ddl 925 del 18/07/08 sul cosiddetto reddito di cittadinanza, di cui nessuno ha parlato) è una via meramente burocratica e formale, fatta di chiacchiere e distintivo, dunque la via dell'apparenza in cui l'apparire sostituisce l'essere".