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(Massimo Scaligero)

[Il sistema sociale odierno che più ferreamente ha in sé la logica della disgregazione dei valori è quello rappresentato dallo Stato in cui viviamo: Stato occultamente fascista nella misura in cui è plenipotenziario del fascio economico-finanziario e del fascio delle scuole dell'obbligo, mentre l'unico "fascio" o fattispecie di sua competenza dovrebbe essere quello del diritto (Stato di diritto). Incoscientemente le chiese dominanti e i loro specifici dogmi aiutano questo putrescente stato di cose - ndr] Avendo creduto di eliminare la metafisica, gli Dei, le trascendenze, le rivelazioni, i dogmatismi e gli idoli, i logisti non si accorgono di esserseli ricostruiti in altro modo, cioè proiettando fuori di sé valori di pensiero da cui dipendere col pensiero, non avendo perduto l'inclinazione a dipendere da qualcosa, malgrado la rivolta antimetafisica. La loro insufficienza di pensiero riguardo alle esigenze di una nuova esperienza del concetto, e perciò di una nuova logica, li porta ad un inconsapevole idealismo assoluto del discorso logico.

L'idolo risorge come valore formale. E se ne cominciano a vedere i riflessi pratici, per esempio, nell'attitudine di tutto un popolo estremo-orientale, presso il quale i primi e decisivi germi filosofici furono appunto portati dagli araldi del pragniatismo e di quella da noi addditata come logica matematica abusiva. Onde è avvenuto che questo popolo [dal 1967, anno della pubblicazione di queste cose, ad oggi, le cose sono molto peggiorate - il bestialismo materialistico pratico dilaga -  e non riguardano solo il popolo cinese ma tutti noi - ndr], la cui attitudine filosofica era giunta alle soglie del secolo XX ancora sospinta dalle mistiche tradizionali e ultimamente dalla dialettica legata alle loro moderne problematiche, conoscesse il pensiero occidentale attraverso l'unilaterale assunzione logico-analitica, e da questa esclusivamente movesse per le sue frettolose rivoluzioni culturali e sociali.

È stato operato in modo che la cultura cinese, la cui situazione di quel periodo è ravvisabile come un'attesa di innesto di forze dell'anima cosciente, s'imbevesse primamente di un'illegittima logica deduttiva, ignorasse l'idealismo e perciò non potesse giovarsi del reale contributo del pensiero occidentale, del quale non ha potuto avere che un'imagine pericolosamente faziosa: quella specificamente possibile a un Bernard Russell, a un John Dewey ed ai prosecutori della loro pseudo-filosofica predicazione.

Né Fichte, né Schelling, né Hegel sono stati conosciuti dai Cinesi: notiamo questo non perché pensiamo che l'idealismo avrebbe potuto dare a questo popolo ciò che attendeva dall'Occidente, ma perché certamente avrebbe potuto agire come elemento di equilibrio di contro al possibile scatenarsi del FUROR DEDUCTIONIS: che invece ha potuto scatenarsi indisturbato sino al collettivo automatismo, sino alla costituzione del popolo-robot [Purtroppo è il popolo-robot che perfino certe forme di antroposofia oggi vorrebbero costituire nella misura della volontà di correggere il fonatore dell'antroposofia stessa, attraverso un anacronistico comunismo giuridico-proibizionista fichtiano - ndr].

Ciò non significa che il marxismo cinese sia più pericoloso di quello sovietico. Al contrario, proprio perché quello sovietico sa ogni volta rientrare entro i regolari limiti metodologici, richiesti dal trasformismo tipico della sua interna dialettica, realizza una coerenza con l'immanente automatismo mentale, praticamente capace di tutte le finzioni necessarie all'accordo con le altre chiese e gli altri sistemi politici.

L'identico automatismo, nell'anima culturale cinese, divenendo psichismo di massa, può esplodere in forme paranoidi riconoscibili, per il fatto che lo schema metodologico non ha potere di limitazione delle sue conseguenze sul piano di un'istintività del tipo peculiare a quel determinato tipo umano.

È la stessa ragione per cui ancora più deleterio di quello sovietico è il marxismo che avanza nelle bonarie forme socialistiche e democratiche, mediante legalismo riformista e nell'ospitale veicolo della religione, corrodendo metodicamente la base di tutte le istituzioni: includendo nel suo processo di pianificazione fagocitatrice tutti i sistemi etico-culturali, etico-sociali e socile-economici, già intaccati dal "virus" della redenzione sociale, perché privi ormai del contenuto di idee delle rispettive tradizioni.

È evidente che in tale processo di fagocitazione ecumenica, il sistema che più ferreamente possegga la logica della disgregazione dei valori includerà in sé gli altri. Questa è la tenzone che oggi impegna nel mondo le chiese dominanti e i loro specifici dogmi.

("Il realismo ingenuo codificato: la nuova logica analitica" in "La logica contro l'uomo. Il mito della scienza e la via del pensiero", 7.5, Ed. Tilopa, Roma, 1967).

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