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Aporia fra diritto e cultura di Stato

(ovvero Triarticolazione è Antifascismo)

La lotta ANTIFASCISTA avrebbe dovuto continuare nella storia fino all'attuazione della triarticolazione sociale (sulla triarticolazione si veda Rudolf Steiner, "I punti essenziali della questione sociale. Con l'aggiunta degli scritti IN MARGINE ALLA TRIPARTIZIONE DELL'ORGANISMO SOCIALE", Ed. Bocca, Milano, 1950).

Così non è stato. 

Perciò oggi paghiamo tutti le conseguenze della mancanza di tale coerenza sociale perché siamo costretti a sopportare uno Stato plenipotenziario nel quale sono accentrati "FASCI" che non gli competono: il FASCIO dell'economia e della finanza ed il FASCIO della cultura (scuole dell'obbligo). 

La grande palude in cui i cosiddetti riformatori sociali continuano ad impantanarsi è costituita dall'aporia (impossibilità a procedere) fra tre logiche essenzialmente diverse fra loro: logica del diritto, logica culturale e logica economica, le quali sono pensate come se fossero una sola logica.

Questo "come se" è determinante nel generare la retorica di palazzo o, chiamatela come volete, la "captatio benevolentiae", il sillogismo approssimativo, l'entimema, l'ornamento, la seduzione formale, ecc.

Insomma, l'essere umano è intelligente nella misura in cui è veggente, ed è veggente nella misura in cui si accorge di queste tre forme di logica. Se un ente come lo Stato impone al cittadino (per esempio attraverso le scuole dell'obbligo) di usare una sola di queste tre logiche, è ovvio che l'uomo a lungo andare perde la sua veggenza, e con questa, perde anche la sua logica intuitiva. Perdendo la sua "sindéresis", cioè la capacità di distinguere fra il bene e il male, non si accorge nemmeno di sottostare ad un nuovo linguaggio tutto impregnato di legalità (come la neolingua di Orwell; lo dimostra il fatto che molti vocabolari della lingua italiana non contengono neanche più la parola italiana "sindéresi").

Provo a chiarirlo con tre esempi.

In base a logica puramente economica un ente ti costringe a distruggere gli agrumi per renderli rari ed aumentare così il loro prezzo; in base a logica puramente giuridica un ente ti costringe a credere che i fatti non esistono e che esistono solo le interpretazioni dei fatti; in base a logica puramente culturale un ente ti costringe a studiare allo stesso tempo la relatività di Einstein e la velocità della luce come costante assoluta e quindi non relativa...

Avrei potuto mettere le parole economica, giuridica, e culturale fra virgolette, dato che l'economia di Stato, la cultura di Stato ed il diritto di Stato, sono la negazione dell'economia, dello Stato di diritto, e della cultura. Nel seguente video, la "cultura" di Stato è evidente nella sua nullità, dato che per esempio un ministro dice "prodigi" al posto di PRODIGHI:

 

 

Le aporie o le contraddizioni che sentiamo giornalmente in TV come un martello compressore del nostro "pensiero debole", contribuiscono a lasciare andare tutto in rovina, dato che tutto sembra filare senza che possa affacciarsi un minimo residuo di giudizio critico.

Il ragionamento di Tomaso Montanari ("Che tempo che fa" del 05/04/2014) è formalmente giusto ma proprio perché è giusto solo nella forma il Montanari è poi costretto a contraddirsi: prima, afferma l'esigenza sociale di una "politica culturale" (poggiante su uguaglianza), poi afferma invece l'esigenza sociale di uscire da questa "politica", rimettendo nelle mani del singolo la conoscenza (poggiante su libertà).

Ecco perché Rudolf Steiner aveva visto bene considerando le scuole (cioè la cultura e in generale la sfera spirituale) all’interno e come primo passo di una TOTALE riforma dell'organismo sociale, cioè di una società in cui lo Stato intervenisse NON PIÙ nella vita culturale ed economica dei popoli (come avviene oggi dappertutto nella concezione dello Stato plenipotenziario, ed occultamente fascista), ma solo nella vita del diritto, onde appunto l'idea risanata di Stato di diritto come 1/3 dell'intero organismo sociale, formato anche dai restanti 2/3: economia e cultura, relativamente indipendenti rispetto al diritto, cioè triarticolati fra loro.

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