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Silvano Borruso
silvano.borruso@gmail.com

USO DIMENSIONALE DEL TEMPO

 

 

È possibile fare uso della dimensione “t” per una realtà fisica diversa da quella di durata? Propongo di usaretper unificare il comune effetto RITARDANTE di una varietà eterogenea di cause in tutti i campi della fisica. Segue un esempio.

La resistenza elettrica è l’effetto ritardante comune a una varietà di CAUSE come la temperatura del conduttore, la sua natura, l’area della sua sezione trasversale, ecc. La resistenza la si misura in ohm, unità definita non indipendentemente ma come “V/I”, voltaggio diviso corrente.

Ciò che si misura, quindi, non è la resistenza per sé, ma una CORRENTE a diversi carichi di voltaggio.

Passiamo alla meccanica e osserviamo che inerzia e attrito sono gli analoghi meccanici della resistenza elettrica. Coerenza vorrebbe che si unificassero elettricità e meccanica. Si potrebbe cominciare con il promuovere l’effetto comune di inerzia+attrito a quantità fisica, e dargli un simbolo. Poi si potrebbe calibrare l’unità del ritardante (analoga di ohm), nominandola, diciamo, “sis” (in onore a Sisifo) e calcolandola misurando un movimento meccanico (analogo di corrente) sotto il carico di una certa forza (analoga di voltaggio).

Invece, tutte e tre le leggi di Newton fanno caso omesso tanto dell’inerzia quanto dell’attrito, il che vale per la meccanica celeste ma non per quella terrestre. I ritardanti meccanici vengono oggi calcolati misurando la FORZA CONTRO UN CERTO MOVIMENTO, così confondendoli con la forza e misurandoli in “newton”. Che un IMPULSO come la forza e un RITARDANTE come attrito/inerzia abbiano la STESSA unità è incoerente. L’analogia tra la resistenza elettrica e inerzia/attrito meccanici continua a passare inosservata. Ri-definendo lo spazio come parte della materia e il tempo come sommatoria di tutti i cambi, ogni cosa occupa il suo posto.

Nella meccanica dei fluidi la situazione è più complessa. Invece di unificare tensione superficiale, flusso laminare e turbolenza in una sola quantità e calibrarne una sola unità, i tre effetti vengono tenuti separati, complicando i calcoli senza necessità.

Tutti i ritardanti, quindi, siano essi meccanici, elettrici, idraulici ecc., appartengono alla stessa DIMENSIONEt” ma non al suo componente DURATA. Come ogni insieme, il tempo è eterogeneo: durata e ritardanti fanno parte di esso.

Analogamente alla materia, il tempo come dimensione può venire RIDOTTO a durata (movimento di un orologio, di un corpo celeste) o a ritardante (resistenza elettrica, turbolenza, conduttività, attrito, ecc.). L’unità SECONDO, simbolo “s”, continuerebbe nel suo ruolo di unità di durata ma non dei ritardanti, ognuno dei quali manterrebbe l’unità tradizionale, se questa esiste, o ne acquisterebbe un’altra a piacere dei fisici.

La dovuta separazione di misurazione da definizione è così completa.

Prima di procedere, mi si permetta di ricordare che il tempo, come la materia, e “a fortiori” lo spazio, non sono ASSOLUTI filosofici.

Essendo possibile concepire una assenza di materia e di spazio, è anche possibile concepire un’assenza di tempo. Dico “concepire” e non “immaginare” perché, data la nostra esperienza di immersione totale, e quindi sensazione, in un universo cambiante, non ci è possibile immaginare, cioè visualizzare, una condizione senza materia o senza tempo. Ma l’idea, diversa dall’immagine, è possibile. Per cui in fisica non possono esservi assoluti: se nessuna dimensione fondamentale lo è, nessuna di quelle derivate può esserlo.

Silvano Borruso
silvano.borruso@gmail.com

 

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