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[...] Il sistema finanziario appare infatti come un organismo "transnazionale" più favorevole al rafforzamento economico del "settore pubblico", che a quello del "settore privato". In realtà il potere finanziario o sistema finanziario "transnazionale" è attualmente una STRUTTURA MONOPOLISTICA ASSOLUTIZZATA e capace, in quanto politica, di distruggere mondialmente l’economia reale sia privata che pubblica, e che si palesa come truffa ai danni di ogni cittadino e senza alcuna dissimulazione soprattutto a partire dal 1971 (per concretezza logica, dal 15 agosto 1971, con la fine degli accordi di Bretton Woods, decisa da Nixon, le banche centrali non potrebbero più, e dunque non dovrebbero più, affermare di essere proprietarie della moneta che emettono. Eppure continuano a emetterla prestandola - e prestare è prerogativa del proprietario! Esse potevano ancora fare ciò quando la moneta era concepita come titolo di credito, rappresentativo della riserva aurea. Infatti, fino a tale data avrebbe potuto avere ancora senso perfino la scritta "Pagabile a vista al portatore" stampata sulle nostre vecchie banconote. Come proprietarie delle loro riserve auree, le banche erano infatti disposte a convertire anche se solo formalmente - a richiesta del portatore, le banconote in oro. Abolita con corso forzoso la convertibilità, esse non possono dunque più fare ciò che fanno, cioè emettere il denaro sotto forma di prestito, perché in tal modo trasformano illecitamente i proprietari in debitori del loro stesso denaro. Infatti chi crea il valore monetario è il cittadino, cioè la comunità, attraverso il sudore della fronte e accettando la convenzione di tale moneta, che non ha altro riscontro se non la sua accettazione).

Chi aspira al "governo mondiale" è una "commissione" formata da banchieri e da titolari o dirigenti delle più grandi imprese "multinazionali" di tre aree geografiche: Stati Uniti, Europa Occidentale e Giappone, onde la denominazione di "commissione trilaterale"). A questi principali pilastri di siffatta struttura si aggiungono poi, come "contorno" dissimulatorio, schiere di giornalisti, professori universitari, dirigenti sindacali, politici, ecc.

I riscontri pratici derivanti da questa struttura dimostrano che i grandi "cervelli" al servizio di essa, vale a dire i massimi dirigenti finanziari e le principali imprese "multinazionali", non hanno prevenzioni politiche di alcun genere per raggiungere i loro scopi, nemmeno nei confronti dei regimi totalitari comunisti di tipo sovietico, che la storia ha dimostrato essere fallimentari. I banchieri occidentali sembrano, anzi, convinti che il sistema comunista possa essere il modo migliore di "organizzare", "socialistizzare" o "comunistizzare" tutti i popoli nei quali vengono applicate le proposizioni del monetarismo.

Ciò che caratterizzava il comunismo o il socialismo era infatti il "capitalismo di Stato", in cui il controllo dei mezzi di produzione e la produzione stessa, dipendevano dalle decisioni del "settore pubblico", ed il nostro attuale sistema monetario non è né "produttore", né "consumatore" ma esclusivamente controllore: controlla il "prestito" di denaro, ricava vantaggi non solo dagli altissimi tassi di interesse e dalla stretta creditizia bancaria che ne permettono l’espansione indefinita, ma anche e soprattutto dalle manovre speculative, monopolistiche, di aggiotaggio e di usura, provocate in misura progressiva dall’asfissia e dal decadimento del "settore privato" dell’economia.

Questo potere dell"’internazionale finanziaria" non è ovviamente in contrasto col consolidamento delle imprese "multinazionali" o "transnazionali" notoriamente collegate ed associate alle grandi banche e alla struttura finanziaria internazionale.

Anche se una logica elementare induce a supporre che dopo aver rafforzato il "settore pubblico" ed il capitalismo di Stato in Occidente(in un articolo del 19/12/81, "El Alcàzar" di Madrid, p. 23, intitolato "Crescente socialistizzazione dell’attività economica", Higinio Paris Eguilaz descriveva il processo monetaristico spagnolo di quel periodo, processo identico a quello che si svolse in Argentina generando la crisi economica di questi anni, e che si sta svolgendo nei principali Paesi del mondo occidentale nella misura in cui, malauguratamente, raggiunge uno stadio avanzato), la fase ulteriore sarà di una semplicità disarmante, vale a dire una mera sostituzione di "marionette" (i controllori, cioè i grandi finanzieri di questo processo nel mondo capitalista, dovranno solo sostituire le "marionette" da loro utilizzate sino ad ora nei Paesi "democratici" e stabilire con le "élites" burocratiche dei Paesi comunisti i termini del governo "mondialista" che gli uni e gli altri in sostanza perseguono, anche se ispirati inizialmente da motivazioni diverse) [NB: questo scritto è del 2004 - ndr] tutto sembra procedere lentamente ma inesorabilmente verso una catastrofe generata da elementi comuni, quali l’assenza di pensiero concreto, il predominio dell’astratto sul concreto, il materialismo e, di riflesso, l’assenza di freni etici o morali, che facilitano la piena realizzazione dei loro disegni, anch’essi comuni. E non vi è alcun dubbio che il comunismo abbia dato prova di una efficacia sinistra e micidiale nel trasformare i popoli in armenti, ed il genere umano in quel "termitaio" che è la massima aspirazione di un nuovo tipo terrestre: l’uomo senza meraviglia (continua).

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