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Questo video, intitolato “Signoraggio secondo NV nell’anno 2015 del Sissignore” non spiega il problema del signoraggio. Rimando alla lettura di “NV - Le leggi della tirannia. Monoideismo di Stato” chi fosse alla ricerca di una nuova definizione o caratterizzazione del concetto di signoraggio.

Nel web esistono i seguenti miei tre video sul signoraggio: 1) “La guerra al signoraggio della ‘Full Metal Jacket’ romana”; 2) “Se il signoraggio non esiste a priori (video per i morti)”; e 3) “Signoraggio e percezione aliunde” del 2008, la cui parte sonora è la stessa di “Signoraggio secondo NV nell’anno 2015 del Sissignore”, vale a dire la musica del brano demenziale “Il materasso” di Renzo Arbore, a cui ho cambiato il testo, pur rimanendo nel genere demenziale (il testo mi fu suggerito da Sergio Fabio Berardini bravo filosofo e poeta, autore di “Nichilismo e rivolta” e di altri libri).

In quel testo inserii l’antica parola “fagno”, esprimente la sibilante 

astuzia fatta di diabolica doppiezza attribuita all’antico serpente biblico. Si diceva infatti “fagno” o “fagnone” quando si volevano caratterizzare persone bifide o dalla lingua biforcuta, furbacchioni insomma, falsi ingenui, che parlano per doppi sensi o che si fingono stupidi o ignoranti pur di fare ciò che fanno, impunemente, o senza alcuna responsabilità propria.

Questa parola è scomparsa dal linguaggio italiano parlato perché si parla poco del diavolo (in greco “poneros”, che significa anche “doppiezza”, così come la radice “dv” della divisione conferisce il significato alla parola “diavolo”) e degli asura.

Nel 2008 accennavo al “fagno” proprio perché gli asura sono di fatto tra noi e nella nostra vita quotidiana ci accompagnano dalla mattina alla sera, soprattutto attraverso internet e la tv.

Rudolf Steiner parlò spesso di questo nuovo avvento degli asura:

“[...] nell’epoca che ora verrà, saranno delle entità spirituali denominate asura che si insinueranno nell’anima cosciente, e perciò in quello che chiamiamo l’io dell’uomo (perché l’io sorge nell’anima cosciente). Gli asura svilupperanno il male con una forza anche più intensa di quella delle potenze sataniche dell’epoca atlantica o degli spiriti luciferici dell’epoca lemurica. Il male che gli spiriti luciferici, insieme al beneficio della libertà hanno arrecato all’uomo, l’uomo lo espia tutto quanto durante il corso dell’evoluzione terrestre. Il male che gli spiriti arimanici creano, può essere rimosso nel corso del divenire, grazie alla legge karmica. Ma il male che sarà arrecato dalle potenze asuriche, non potrà essere espiato allo stesso modo. Se gli spiriti buoni hanno dato all’uomo dolori e sofferenze, malattie e morte, affinché nonostante la possibilità del male, egli potesse evolversi ulteriormente, se gli spiriti buoni hanno dato, in contrapposizione alle potenze arimaniche, la possibilità del karma, per pareggiare l’errore, non sarà invece altrettanto facile contrapporsi agli spiriti asurici durante il corso dell’esistenza terrestre. Perché questi spiriti riusciranno ad ottenere che tutto quanto sia da loro afferrato (ed è proprio la zona più profonda ed intima dell’uomo, l’anima cosciente con l’io) che l’io dell’uomo si congiunga con la sfera materiale della terra. Pezzo per pezzo, verranno estirpate dall’io le sue parti; e man mano che gli spiriti asurici si stabiliranno nell’anima cosciente, l’uomo dovrà lasciare sulla terra, via via, parti della sua esistenza. Quanto cade preda delle potenze asuriche è irrevocabilmente perduto. Non è che l’uomo cadrà completamente in loro mano. Dallo spirito umano verranno però tagliati fuori, ad opera delle potenze asuriche, dei pezzi. Le potenze asuriche si annunciano nella nostra epoca attraverso lo spirito operante oggi, attraverso lo spirito che vive esclusivamente nella sfera del materiale e nell’oblio di ogni reale entità spirituale e di ogni mondo spirituale. Potremmo dire che il fatto che le potenze asuriche seducano l’uomo consista proprio nelle teorie odierne, dato che lo adescano in molti modi, facendogli credere che il suo io sia il risultato del mero mondo fisico; lo seducono ad una specie di teorico materialismo. Ma nel corso ulteriore del divenire (e ciò si annunzia sempre più nelle caotiche passioni della sfera dei sensi, passioni che scendono sulla terra sempre più in basso), esse ottenebreranno lo sguardo dell’uomo nei confronti delle entità spirituali e delle potenze spirituali. L’uomo non saprà nulla e non vorrà sapere più nulla di un mondo spirituale. Non si limiterà ad insegnare che le più alte idee morali umane sono soltanto sviluppi superiori degli impulsi animali; non si limiterà ad insegnare che il pensiero umano è soltanto una trasformazione di ciò che anche l’animale possiede; non si limiterà ad insegnare che l’uomo è affine all’animale in ciò che concerne la sua figura e che anche tutta la sua entità discende dall’animale; bensì prenderà questa concezione sul serio e vivrà conforme ad essa. Oggi ancora egli non vive proprio conformandosi al principio secondo il quale l’uomo, con la sua entità, discende dall’animale. Ma questa idea si farà strada senz’altro, e avrà come conseguenza che, con essa, gli uomini vivranno anche come animali e si sprofonderanno negli istinti e nelle passioni puramente animali. E in molte cose che qui non è il caso di descrivere, in molte delle selvagge orge di vana sensualità che oggi soprattutto nelle grandi città vanno affermandosi, noi già vediamo risplendere i grotteschi inferni di quegli spiriti che designamo come asurici” (Rudolf Steiner, “Influssi luciferici, arimanici, asurici”).

“[La coscienza iperpsichica degli asura li fa innalzare fino ad una abnorme coscienza psichica] questi spiriti infondono gradualmente egoismo in tutti gli elementi costitutivi dell’essere umano” (Rudolf Steiner, “Cronaca dell’akasha”).

“Se il corso del mondo proseguirà come è avvenuto per la vita spirituale, venuta da oriente ma in corso di degenerazione, allora la vita spirituale stessa, che a un estremo, inizialmente, era stata la verità più elevata, precipiterà all’altro estremo nella menzogna più terribile. Nietzsche dovette esporre come già i greci si preservarono dalla menzogna nella vita mediante la loro arte. L’arte è in effetti la creatura divina che preserva gli uomini dalla caduta nella menzogna. Se questo primo ramo della civiltà sarà seguito solo unilateralmente, questa corrente sfocerà nella menzogna. Negli ultimi cinque o sei anni si è mentito in seno all’umanità civile, più che in tutti gli anni della storia del mondo; quasi mai venne detta la verità nella vita pubblica, quasi nessuna parola corsa per il mondo era vera. Mentre questa corrente sfocia nella menzogna, la corrente centrale sfocia nell’egoismo. Una vita economica come la anglo americana, che dovrebbe approdare al dominio del mondo, se non si adatta a lasciarsi compenetrare dalla vita spirituale indipendente, e dalla vita statale indipendente, sfocerà nel terzo abisso della vita umana, nel terzo dei tre. Il primo abisso è la menzogna, degenerazione dell’umanità attraverso Arimane; il secondo è l’egoismo, degenerazione dell’umanità attraverso Lucifero; il terzo è la malattia e la morte sul piano fisico, e la malattia e la morte della civiltà sul piano culturale” (Rudolf Steiner, “La missione di Michele”).

Ecco perché oggi siamo tutti bloccati nella schiavitù che la politica e le religioni (“civiltà della menzogna”, di cui parlo nella canzone) ci offrono.

“Il mondo anglo americano può raggiungere il dominio del mondo, ma senza la triarticolazione, con tale dominio riverserà malattia e morte sulla civiltà del mondo, poiché queste sono il dono degli Asura, così come la menzogna è un dono di Arimane e l’egoismo un dono di Lucifero. Dunque il terzo abisso che si pone degnamente accanto agli altri due, è un dono delle potenze asuriche. Questi fatti ci devono infondere entusiasmo e fuoco per cercare le vie per illuminare quanti più uomini è possibile. Illuminare l’umanità è oggi compito di chi ha compreso la realtà. Dobbiamo fare tutto il possibile per contrapporre alla stoltezza che si crede saggezza, e pensa di aver agito magnificamente, tutto quanto possiamo acquisire dall’aspetto pratico della scienza dello spirito” (ibid.).

L’avvento di questo tipo di uomo, che nella canzone chiamo “fagno”, è il ritorno del cosiddetto uomo serpente, detto anche rettiliano (o “razza di vipere” nei vangeli). Si tratta di un essere che ottiene il potere - o il lavoro - attraverso il partito. Mediante il partito un poliziotto può per esempio arrivare ad essere magistrato o addirittura ministro. Ciò che è determinante nella sua ascesa non è il grado della sua intelligenza ma quello della sua furbizia e della sua capacità a mentire. Ecco perché la maggior parte di coloro che occupano scranni istituzionali è costituita dai questa nuova razza di finti tonti, o politici di professione. Sono persone incapaci di tutto.

Credenti nell’autorità priva di autore e nell’operazione priva di opera, ogni loro azione è impostata e finalizzata all’obbedienza di leggi che impongono a tutti tranne che a se stessi.

Di loro Gesù di Nazaret disse: “Guai a voi, dottori della legge, perché caricate la gente di pesi difficili da portare, e voi non toccate quei pesi neppure con un dito!” (Luca 11,46). Il guaio è che oggi questa tendenza non è propria solo ai “dottori della legge”, cioè ai giuristi e ai legislatori, ma all’uomo comune che va in piazza in realtà a manifestare contro se stesso (sia politicamente che religiosamente per acclamare al faraone di turno)!

Quando qualcosa o qualcuno ricorda loro che in quanto esseri umani dovrebbero anch’essi essere sottoposti alle leggi che prescrivono, costoro mostrano di cadere dalle nuvole, cambiano discorso con una piroetta, e sono abilissimi a spostare immediatamente l’argomento dilatandolo fuori dalle proprie responsabilità.

I più feroci di costoro occupano i posti gerarchicamente più alti nella scala piramidale e faraonica dell’anticristo, cioè dell’antiuomo.

Un esempio massimo di asura è senza dubbio rappresentato dal vescovo di Roma, anticristianamente detto “Padre” o “Papa” (“Non chiamate nessuno sulla terra vostro padre, perché uno solo è il Padre vostro, quello che è nei cieli”; Matteo 23,9).

Infatti non è forse massimamente asurico inneggiare alla vita (con frasi del tipo “la vita è sacra”, “viva l’embrione”, “no al preservativo”, “no all’eutanasia”, e così via) e contemporaneamente non escludere la pena di morte e la guerra attraverso l’articolo 2267 del catechismo della chiesa cattolica? (Vedi a questo proposito la mia lettera aperta a Bergoglio).

Ma nella faraonica piramide dell’anticristo (o dell’antiumano), gli asura più bassi e più pericolosi sono i credenti nella civiltà della menzogna. Scendono in massa ad acclamare capi partito (come il vescovo di Roma, che è anch’egli un capo partito come gli altri), o a manifestare la loro ignoranza in altro modo nelle piazze, aggruppati secondo la loro caratteristica logica “catallattica”, cioè psicologicamente ed elettronicamente (web) irretente (prendente nella rete).

Questi asura sono sostanzialmente dominati da anacronismo coatto, che è il vero male della politica “economica” o dell’economia “politica”. L’anacronismo assoluto rispetto alla realtà del mercato, fatta di movimento e di swing nella compravendita, consiste proprio nel fatto che oggi questo tipo di politica (o di economia) è studiata nei libri universitari con tanto di formule rigide - dunque assolutamente immobilizzanti (altro che swing!) - ed è perciò in grado di rubare all’erario e di depredare scientificamente gli individui come al tempo non scientifico dei romani. Infatti è la stessa “politica economica” di duemila anni fa, come insegna la storia: “Il governatore della Sicilia Verre (propretore in quella regione tra il 73 e il 70 a.C.) è diventato in qualche modo l’archetipo originario del tangentocrate incallito: si è calcolato che rubò all’erario romano oltre quaranta milioni di sesterzi e depredò la provincia in modo scientifico” (C.A. Brioschi, “Breve storia della corruzione dall’età antica ai giorni nostri”. Ed. Tea, Milano, 2004), e non si può dire che questa fosse un’eccezione o un caso unico, dato che “lo stesso Cicerone, che aveva un palese interesse nel presentarlo come un caso esemplare di avidità al potere, affermò al contrario che la sua condotta rappresentava la norma in buona parte dell’impero romano. Plutarco narra d’altronde che Verre riuscì a corrompere lo stesso Cicerone, ottenendo di limitare l’ammenda punitiva a “soli” tre milioni di sesterzi” (ibid.). Più o meno come oggi, era quindi “normale” “che i magistrati si arricchissero grazie alla propria carica. Anche se nel caso di Verre, difeso dal celebre oratore romano Ortensio Ortalo Quinto, si racconta che le tangenti offerte ai giudicanti non furono comunque sufficienti ad assolvere l’imputato” (ibid.).

Oggi la situazione è peggiorata di molto rispetto a quei tempi, anche perché si è riusciti a persuadere la gente che è giusto così, e cioè che questa “democrazia” o questo “ministero dell’infelicità” o “signoraggio” è il “massimo che c’è”!

L’attuale tendenza all’astrazione, operante soprattutto nella vita giuridica dello Stato, porta infatti la gente ad agire in modo totalmente separato dall’interesse concreto per i vari campi della vita e, soprattutto nel settore della circolazione dei capitali, in modo addirittura antieconomico (Cfr. Rudolf Steiner, “Polarità fra Oriente e Occidente”, 10ª conferenza, Vienna 11/06/1922).

Ciò avviene perché nella cosiddetta economia politica tutto ciò che riguarda la circolazione del capitale (moneta, stampa tipografica della moneta, emissione della moneta, monopolio e monopsonio dell’emissione monetaria, ecc.) non è studiato “in modo corrispondente alla realtà” (ibid.).

Oggi come ieri i professori di economia politica, quelli che fanno conoscere agli uomini i concetti economici, sono persone massimamente sprovvedute: “del tutto senza risorse nei confronti della realtà” (Rudolf Steiner, “Esigenze sociali dei tempi nuovi”, 11ª conferenza, Dornach 14/12/1918).

Nulla di strano dunque se la logica catallattica (o degli scambi) degli odierni asura del “do ut des” domina il reticolo mondiale.

In tale contesto, il mondo sembra essere pensato come se avesse forma di cubo...

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un cubo da globalizzare secondo regole decise dai capi-asura nei loro raduni.

Ma questa razza di gente non può che ottenere ogni volta il contrario di quello che progetta, in quanto è divisa interiormente. Ecco perché anche quando si riunisce è incapace di tutto, dato che concepisce le proprie possibilità, il proprio potere, come autoritarismo, imposizione, regola, legalità astratta o come forza materiale della massa, che sostituisce volentieri alla reale forza immateriale del pensare.

Questa “razza di vipere” continua a parlare di “salvare le banche” attraverso aiuti di Stato. Ma le banche che emettono denaro creato dal nulla sono qualcosa da salvare o sono qualcosa da rimuovere? Se le banche emittenti sono le organizzazioni truffaldine perché bisogna salvarle? Perché i governanti vogliono salvare i governatori? La tautologia qui è la vera crisi da risolvere...

Questa incongruenza, micidiale per l’economia di tutto il pianeta, proviene ancora dagli “scribi e farisei”, i quali non sparirono mai dal pianeta, nonostante il Cristo li avesse insultati chiamandoli “razza di vipere”, ed oggi imperversano dappertutto scrivendo leggi per i politicanti di sinistra e di destra, ma sono acclamati da tutti coloro che accettano l’idea anacronistica di Stato e di chiesa che il Cristo non accettò mai (Mt 12,34; 23,13-15; 23,23; 23,25; 23,27; 23,29; 23,33), dato che arrivò perfino a fustigarli (Mc 11,15; Gv 2,14-15).

Infatti, tanto in parlamento quanto negli attuali forum internet di stampo mafioso si continua a discutere a vuoto o inutilmente proprio perché vige una sorta di regola anticristiana o antiumana consistente nell’avversione per l’individualità, avversione per l’io, per l’IO-SONO, per il Logos, per il Cristo, per lo spirito, e per tutto ciò che non è materia sensibile. Si tratta di una specie di dottrina, o di catechistico rifiuto dell’altro, in cui il pensiero debole - per essere forte di mera forza subumana - da’ per scontata la propria debolezza, la propria ignoranza. Non scriveva forse Orwell: “l’ignoranza è forza”?

La storia dell’arte della truffa e/o della civiltà della menzogna genera pertanto il FAGNO, scientificamente, o tecnicamente, o tecnologicamente persuaso che non possa sussistere un singolo individuale ed incontrovertibile “io”, principio logico incontrovertibile ed in grado di essere permanente soggetto della mutevole esperienza umana.

Ecco perché non è possibile una benché minima armonia di intesa tra tutti i partecipanti alle varie discussioni politiche sull’economia, sulla verità, sull’io, e sul Logos. Questo è il vero impedimento alla logica di realtà: non ci si comprende più in quanto il pregiudizio della soggettività del pensare umano impedisce la fiducia fra gli esseri umani. Nella cultura, nel diritto e nell’economia, si pensa pregiudizialmente che “la mia esperienza di pensiero e la tua in quanto soggettivismi non possono trovare alcun oggettivo punto in comune da cui partire”, e così ci si sbrana, e si vive in modo infernale fra “pianto e stridor di denti” (Matteo 8:12-13; 13:42,50; 22:13; 24,51; 25,30; Luca 13,28).

Infatti, senza la fiducia fra gli individui non può esservi alcun credito e quindi alcuna moneta realmente conveniente e valida. Può esservi solo il debito, il tribunale, ed il tributo a Cesare, o al “signore” del signoraggio.

Oggi se ragioni, o se suoni bene, ti dicono che sei un tecnico... Ma almeno, nel campo musicale, è risaputo che si può avere tutta la tecnica possibile senza essere minimamente capaci di swing!

In un futuro non molto lontano si scoprirà che il problema del male è il problema della mancanza di swing, cioè dell’anacronismo degli intenti e delle leggi.

Molti da anni mi chiedono cosa succederà. Ciò che succederà sarà la dimostrazione del fatto che la vittoria degli americani, la cosiddetta “liberazione” non diede al mondo che una pace effimera e illusoria. Infatti siamo ancora alle porte di un nuovo conflitto mondiale. Ecco perché oggi siamo ancora costretti a parlare di plutocrazia. Lo dico ovviamente non per auspicare una rinnovata fede nel fascismo (ci mancherebbe anche questa!) ma perché è proprio il nostro mondo di italiani e di europei ad avere bisogno della grande verità occidentale, consistente nell’idea di un organismo sociale sano in quanto triarticolato nei suoi tre poteri: solidarietà produttiva scientificamente intesa, diritto nuovo (epicheia), e libera cultura. Questa è l’idea più coraggiosa di tutta l’Europa dei popoli.

La triarticolazione dell’organismo sociale è l’unica idea attuabile per un reale sabato per l’uomo.

L’uomo per il sabato è schiavitù, generata dall’eclissi del pensare logico, generatore dell’avvento della civiltà della menzogna, dell’uomo falso, dell’orda dei nuovi primitivi, uomini-capra invasati e zelanti, che tutto distruggono a partire dal loro pensare, sentire e volere...

Siamo nel pieno prosperare della razza dei Razzi, ben rappresentata dal comico Crozza, razza di umani intravista già da Pauwels e da Bergier ne “Il Mattino dei Maghi”: la razza “dell’uomo tranquillo, dell’uomo che non ha paura di nulla, che non prova nulla di negativo, che va alla guerra tranquillamente, che uccide senza inquietudine, che gode senza complessi: una specie di robot senza alcun genere di tremore intimo”.

Quando nel 2004 pubblicavo nel web queste affermazioni di Pauwels e Bergier sentivo che qualcosa del genere stava incominciando ad affermarsi sul pianeta, ma non avrei mai creduto che questa razza di finti tonti potesse arrivare all’obbrobrio ed al disfacimento attuale...

Eppure ciò è avvenuto e sta avvenendo.

Mi chiedevo se i miei interessi di studio erano compatibili con la mia passione filosofica di sempre. Questo dubbio era sorto in me a causa di un pregiudizio in merito al fatto che una filosofia monetaria non fosse una reale filosofia. C’era infatti chi sosteneva che la filosofia doveva essere solo una fuga dalla realtà senza alcun risvolto pratico nella vita quotidiana. Chi così ragiona in effetti dice qualcosa di vero, anche se con un po’ di millanteria afferma di solito che pensare è facile, mentre farsi venire i calli nelle mani per lavorare è meno facile.

D’altra parte mi dicevo che se ciò fosse stato vero, cioè che il pensare era così facile, non si sarebbero fatti tanti errori madornali nel campo del pensiero.

Per esempio, in merito ai talleri di Kant si discute ancora oggi senza approdare ad una benché minima risposta, e sono passati più di due secoli da quando questo grande filosofo formulò quell’idiozia.

Quando si tratta di pensare in modo davvero scientifico occorre spingere l’indagine molto più profondamente di quanto non fece Kant con i suoi talleri, oscurando la differenziazione fra i cento talleri possibili e i cento talleri reali.

Errori di pensiero s’insinuano infatti e si propagano attraverso le menti più illuminate per secoli e secoli.

Pensare concretamente non è facile. Per la civiltà della menzogna è “la cosa più semplice che c’è” in quanto il credente in essa (purtroppo esistono) non riconosce la giustezza del pensare concreto ed organico poggiante su logica di realtà. Chi invece riconosce la giustezza del Logos insito nella logica umana è già egli stesso un pensatore concreto ed organico, altrimenti non potrebbe riconoscerla. E ciò vale sempre. Perfino al bar, o nell’ambito della concezione popolare più semplice.

Vi sono infatti tre forme basilari di ragionamento: quella degli animali, quella degli umani e quella che sta fra gli animali e gli umani. La prima è meccanica e finita. la seconda è consapevole e infinita. La prima è cablata. La seconda è liberata.

La differenza fra questi due modi di pensare è ovviamente importante solo per l’umano consapevole di non essere animale, né specie, né razza, ma individuo, individualità.

Il pensare cablato è meccanico, razionalistico e combinatore: prende i concetti (creduti parole in quanto non distingue fra concetto e parola) nel loro stato di separazione astratta, ed astraendoli li considera in una qualche determinazione unilaterale, unendoli poi in maniera esteriore, oppure raffrontandoli in una qualche relazione ugualmente unilaterale più generale.

Il pensare organico considera invece le cose nella loro integrità da più punti di vista, vale a dire col loro nesso interiore con tutte le altre. E ciò permette all’umano di dedurre dall’intimo di ciascun concetto tutti gli altri, cioè di evolvere un concetto fino alla pienezza della verità integrale. Per questo motivo il pensare umano è contemplativo ed evolutivo.

Nelle sue varianti, il pensare organico è tipico dei veri filosofi e dei contadini.

I portatori dei ragionamenti provenienti un po’ dalla prima forma e un po’ dalla seconda forma del pensare sopra accennata sono, appunto i rappresentanti di colui che nella canzone chiamo “fagno”, cioè i cosiddetti colti o istruiti, detti anche “mezze calze”, o “intellettualini” o “politicanti”, o politici di professione, o arruolati nella politica, che in seguito a un maggior sviluppo formale delle loro attività intellettuali, hanno abbandonato le concezioni popolari immediate ma non sono pervenuti a una coscienza filosofica integrale. Il falsone, il cattolico, ed il catechizzato, devono pertanto accontentarsi del pensare astratto, che divide o dissolve (analizza) la realtà immediata (e qui sta il suo merito) ma che non è in grado di forgiare alla realtà una nuova realtà superiore e un nesso (e qui sta il suo limite, la sua cablatura mentale).

Da sempre, questa genia di esseri fa sopportare ai suoi simili il risultato malato della sua logica anti-uomo in quanto bloccata al suo più basso livello, quello meccanico-descrittivo del mondo materiale e del suo accostamento in concetti coerenti.

Qui si nasconde in effetti il grande inganno dei dominati e dei dominanti: è il dominio del pensiero astratto sul concreto.

In tal modo il predominio dell’astratto impedisce altresì, in quanto non è più in grado di farlo, di avvertire le caratteristiche logiche che rendono la logica strumento PER l’uomo (sulla logica intellettuale, immaginativa, e ispirativa vedi la pagina “Logica del visionario e del veggente”.

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